venerdì 31 agosto 2007

PIAZZA NAVONA


Qui si tenevano sfide di tutti i generi: dal pugilato alle naumachie, dalla poesia all’atletica. Come quasi tutti i luoghi destinati al divertimento e allo svago degli antichi romani, era circondato da osterie e bordelli. Le prostitute di lusso irretivano i clienti esponendo dipinti sui quali spiegavano le loro specialità. Le schiave, invece, venivano esposte nude alla gogna dei possibili clienti. Questa umiliazione toccò anche a Sant’Agnese, vergine cristiana, che venne protetta dagli sguardi vogliosi grazie alla miracolosa crescita delle sue chiome. A lei è dedicata appunto la chiesa progettata dal Borromini. Nelle giornate d’estate, al tramonto, l’obelisco bagnato all’ombra della Fontana dei Fiumi segna, come il compasso di una meridiana immaginaria, lo scandire del tempo.
E’ l’ora più bella di piazza Navona. I contorni si sfaldano in un rosseggiare arcaico. Le rasoiate di luce illuminano questo inimitabile palcoscenico di trucchi e passioni incastonato nel cuore di Roma. La storia si pastella, piega la sua imponenza, contrassegnata da una quinta teatrale di pietra, al pacioso romanesco incedere di famiglie, alle mamme che spingono le carrozzine, al tonfo del pallone che rimbalza contro facciate preziose, al vocio di bambini che scorazzano. E’ la Roma più sincera, la città segreta che convive da sempre con il peso della gloria passata. Ci saranno anche le truppe di giapponesi con la cinepresa e gli immancabili coatti di turno, ma questa resta pur sempre “un teatro, una fiera, un’allegria”. Come la descrisse Gioacchino Belli.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Grazie Sandro per la cultura che ci infondi con le storie di Roma......